MINI SEMIFREDDO ALLA RICOTTA CON BASE DI AMARANTO E GELATINA DI UVA MOSCATO

Intorno a casa mia credo abbiano deciso di far diventare il quartiere un supermercato, con l’intento di coccolarci? O di soffocarci? La scelta è fin troppo ampia e naturalmente anche la tranquillità  delle vie qui intorno viene sacrificata. 


Certo non sono contraria alla grande distribuzione e ai posti di lavoro che crea e nemmeno alla comodità di averne uno aperto 24 ore proprio vicino a casa (è comodissimo iniziare ad impastare e accorgersi di aver dimenticato qualcosa…).
Però subisco ancora il fascino del “negozietto” o della “botteguccia”, quell’aspetto da Paese più che da grande città. Non ci sono paragoni tra il prendere un filoncino di pane preincartato da una cesta e dall’andare dalla signora Maria, farsi due chiacchiere e prendere due pagnotte, inebriarsi dei profumi del forno e uscirne anche con un pezzo di focaccia o un croissant appena sfornato che non erano preventivati.


Certo la grande distribuzione offre ampia scelta, ma spesso la vera qualità ce l’ha ancora il negozio vicino casa e grazie anche ai prodotti del territorio, queste realtà  ancora  esistono e si sta nno plasmando ai tempi attuali, e trovi così, spesso, non più la bottega di quartiere ma una bottega chic che offre eccelelnza. In fondo Eataly insegna no?… E le vostre città? Si respira ancora aria di artigianalità?
Prendete ad esempio il negozio di vini in fondo alla mia via, ecco fosse per il vino che consumo non mi avrebbe probabilmente mai visto varcare la sua soglia, ma anche solo le sue vetrine sempre curate e ricercate ti invogliano ad entrare e sbirciare. Infatti intorno alle botti e l’eleganza del suo vino e delle sue belle bottiglie in fila, trovi ottimi prodotti a km zero del nostro territorio come quelli della Cascina Prunotto o di Cascina San Cassiano.
E’ sempre un buon posto dove andare per cercare un regalo vinoso per chi il vino lo beve, o un 
miele aromatizzato, delle pesche sotto moscato o ottime gelatine da abbinare ai formaggi e tra una golosità e l’altra scambio sempre due parole con la titolare, le ho fatto conoscere Rossol@mpone, di tanto in tanto le porto ad assaggiare qualcosa e lei mi consiglia sugli abbinamenti e mi fa sempre fare ottime figure con il suo vino quando lo porto in regalo.


Sarebbe triste avere solo delle corsie piene di scaffali e delle casse fai da te per far la spesa no? O addirittura farla a portata di click dal proprio pc e riceverla direttamente a casa… non trovate che avere ancora un rapporto umano e un consiglio esperto siano tutta un’altra cosa?


L’uva dolce e succosa dei miei semifreddi arriva dritta dritta dalle vigne di Santo Stefano Belbo e le cantine Bosio, uva destinata a diventare ottimo moscato, talmente dolce che non ha bisogno nemmeno le venga aggiunto dello zucchero. L’uva delle Langhe, che una mattina mi ha regalato la sig.ra Bosio vedendomi passare davanti al suo negozio. 


Un’ uva in cui vedo oltre la bontà, la cordialità del quartiere, vedo il calore della conoscenza tra persone che può farti iniziare molto bene la giornata.


Non potevo non usarla una dolce creazione, era splendida con i suoi acini piccoli e fitti, da mangiare e fotografare…e si vede che era un’ottima fonte di ispirazione…perchè il semifreddo è andato a ruba! 


Ve lo consiglio!


A presto

INGREDIENTI


Base
250gr di semi di amaranto,
100gr di biscotti secchi tritati,
70gr di burro,
Crema
400gr di ricotta,
200gr di panna,
125gr di yogurt naturale,
4 cucchiai di Zucchero a velo,
4g in fogli,
1 fialetta di aroma alla Vaniglia,
50ml di latte,
Gelatina d’uva
 250gr di uva moscato,
un vasetto di gelatina al moscato, Cascina
Prunotto
(in alternativa 90ml di vino moscato),
6gr di gelatina in fogli,

PROCEDIMENTO
Far fondere a bagnomaria il burro per la base,
dopodiché preparare la base: Sminuzzare i biscotti secchi e mescolarli con lo
zucchero di canna e i semi di amaranto e 
il burro fuso.
Rivestire la base della placca del forno di
carta forno  e distribuire il composto livellandolo
bene e in modo uniforme (se non si desidera creare delle mono porzioni,
utilizzare nello stesso modo una teglia con cerchio apribile del diametro di
circa 18 cm). Mettere in frigorifero a solidificare almeno un’ora, tagliare con
il coppa pasta scelto le forme e riporre nuovamente in frigorifero.
Preparare la gelatina d’uva: Far
scaldare l’uva moscato (assaggiatela e se risulta molto dolce di suo,  non aggiungere alcun tipo di zucchero) in un
pentolino in modo che si rompa bene bene.
Nel frattempo mettere i fogli
di gelatina in un piatto pieno di acqua fredda a reidratare.
Passare l’uva con un frullatore
ad immersione e con un colino a maglie fitte filtrare il purè ottenuto in un
pentolino in modo da eliminare residui di buccia.
Rimettere l’uva nel pentolino
con la gelatina di moscato (o il moscato) e accender e il fuoco tenendolo basso
mescolando bene. Quando amalgamata, spegnere e aggiungere la gelatina ormai
molle, ben strizzata.
Lasciare intiepidire a
temperatura ambiente.
Preparare la crema: Montare la
panna con 4/5 cucchiai di zucchero a velo (a piacere). Scaldare leggermente il
latte e sciogliervi la gelatina (seguire la stessa procedura utilizzata per la
gelatina)
A parte lavorare con una
frustala ricotta (già setacciata) e lo yogurt. Aggiungere l’aroma di vaniglia e
incorporare delicatamente la panna montata facendo attenzione a non smontarla.
All’interno del coppa pasta
usato per tagliare  la base delle mini cheesecake,
mettere una striscia di acetato e chiuderlo con nastro adesivo (dovrà essere
staccabile facilmente dalle pareti del coppa pasta. Posizionare la base e con
un sac-a-poche riempire fino a metà altezza con la crema. Versare ora la
gelatina lasciando liberi i bordi e coprire con altra crema fino al bordo del
coppa pasta. Riporre in frigorifero e sfilare delicatamente il coppa pasta.
Procedere anche per gli altri nello stesso modo.
Dovranno solidificare in
frigorifero per almeno 3 ore.
Una volta pronti, togliere
delicatamente l’acetato e decorare con uva moscato e a piacere con pezzetti di
caramello e chicchi di amaranto (io li avevo usati tutti e non li ho messi).

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